Paolo Petricig

Paolo Petricig (Udine, 6.2.1929 – Cividale del Friuli, 10.8.2005) fu insegnante, educatore, artista, politico, saggista, instancabile organizzatore culturale. Ideatore e fondatore della Scuola bilingue di San Pietro al Natisone.
Compiuti gli studi all’Istituto magistrale di San Pietro al Natisone, nel 1949 si diplomò presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e, nel 1965, conseguì l’abilitazione all’insegnamento di Educazione artistica nelle scuole di istruzione secondaria.
Come giovane maestro aderì all’MCE – Movimento di Cooperazione Educativa, gruppo che operava a livello nazionale per il rinnovamento radicale della scuola. Nei suoi primi incarichi di insegnante nelle scuole elementari (a Cepletischis, nelle Valli del Natisone, e a Ipplis) attuò innovativi metodi pedagogici – per i quali ebbe significativi riconoscimenti – basati sulla libera espressione, sulla corrispondenza con altre scuole in tutto il territorio italiano, sulla conoscenza dell’ambiente con il coinvolgimento delle famiglie e, soprattutto, sulla stimolazione della creatività artistica del bambino. Successivamente divenne insegnante di Educazione artistica nelle scuole medie, incarico che svolse alla Scuola Media De Rubeis di Cividale del Friuli fino al pensionamento.
Petricig fu attivo già dai primi anni cinquanta anche in campo politico, impegnandosi, sia a livello locale che regionale e nazionale, per il riscatto economico e sociale delle Valli del Natisone e a favore dell’applicazione delle norme di tutela della minoranza linguistica slovena in Provincia di Udine. Svolse per dieci anni – tra il 1975 e il 1985 – il ruolo di consigliere provinciale a Udine.
Nel 1972 con un gruppo di amici e collaboratori fondò il Centro studi Nediža, associazione che si proponeva di affrontare lo studio della Slavia friulana nei suoi vari aspetti, di diffondere i risultati delle ricerche relative a questo territorio e di individuare possibili interventi per il miglioramento della situazione socio-economica dell’area di confine in Provincia di Udine, nonché per la sua valorizzazione culturale.
In questo contesto organizzò dapprima diversi cicli di conferenze, con cadenza annuale, denominati Benečanski kulturni dnevi / Incontri culturali della Benecia, cui parteciparono studiosi di diverse discipline sia italiani che sloveni (dal 1973 al 1992), mentre nel 1974 ideò il primo concorso dialettale Moja vas, attraverso il quale bambini e ragazzi in età scolare, cimentandosi con la scrittura in dialetto sloveno, potessero recuperarne progressivamente la padronanza e l’uso.
Sempre nel 1974, un primo gruppo di bambini prese parte al soggiorno estivo Mlada brieza. Fu proprio questa iniziativa (che proseguì per diversi anni) durante la quale decine e decine di ragazzi svolgevano ogni estate nei paesi di montagna delle Valli del Natisone esperienze di relazione, di conoscenza dell’ambiente e della cultura locale, attività espressive e musicali e di approccio alla lingua slovena, il primo passo verso l’istituzione dell’insegnamento bilingue italiano/sloveno nelle Valli del Natisone e, per la prima volta, nella Provincia di Udine.
A partire dall’esperienza di Mlada Brieza, egli maturò l’idea di istituire una scuola privata bilingue e nel 1980 promosse la nascita dell’Istituto per l’istruzione slovena, da lui a lungo diretto, seguita nel 1984 dalla fondazione della Scuola bilingue (con un centro prescolastico) e, due anni dopo, dall’avvio della prima classe elementare.
Nell’ambito delle attività del Centro studi Nediža, Petricig promosse anche iniziative quali l’organizzazione dei campi-scuola durante l’emergenza del terremoto nel 1976, la prima Scuola di Musica di San Pietro al Natisone e, nel 1977, l’istituzione dell’Associazione Artisti della Benecia, con la Beneška galerija, di cui fu per molti anni presidente e animatore.
Fu attivo anche nei contatti con le altre comunità linguistiche presenti in Italia e all’estero e nel 1994 organizzò il convegno internazionale Lingua dell’infanzia e minoranze, che si svolse a San Pietro al Natisone, a cui parteciparono relatori provenienti da diverse realtà minoritarie europee.
Le sue ricerche, il suo insegnamento, i suoi scritti spaziarono dalle questioni pedagogiche a quelle riguardanti la lingua e le minoranze, dall’ambito artistico alla storia delle Valli del Natisone. Come giornalista pubblicista scrisse soprattutto per il «Novi Matajur», settimanale della minoranza slovena della Provincia di Udine. Tra gli anni sessanta e settanta collaborò alla rivista «Cooperazione Educativa», trattando temi di educazione linguistica e artistica.
Nel 1970 pubblicò il saggio Creatività e sviluppo della personalità – L’espressione nella scuola dell’obbligo (ripreso e aggiornato in Ambiente e tradizioni popolari agli occhi del bambino, come introduzione a Il libro dei bambini – L’esperienza artistica come percorso conoscitivo, 2004) e nel 1975 la dispensa di supporto didattico La ricerca d’ambiente nelle Valli del Natisone.
Nel 1977, in occasione della prima ristampa della Slavia italiana di Carlo Podrecca (pubblicata nel 1884) scrisse l’ampio studio introduttivo Note biografiche e di commento (presente anche nella nuova edizione dell’opera, del 2013).
Coautore del saggio La comunità slovena del Friuli (1974) e dell’Atlante toponomastico e ricerca storica del comune di San Pietro al Natisone (1990), nel 1996 pubblicò il saggio Brevi note sulla vita e l’opera di Francesco Musoni, nella ristampa del libro Tra gli Sloveni di Montefosca e, nel 1999, La lezione di Dino Menichini nelle Valli del Natisone.
Pubblicò inoltre i seguenti saggi: Per un pugno di terra slava (1988); All’ombra del Tricolore / Pod senco Trikolore (1997); Storia della Slavia friulana – 1. Dalle Origini all’Età del Ferro (1998), prima parte di un’opera prevista in tre volumi e purtroppo rimasta incompiuta; Quella ferrovia non s’ha da fare / Nesojena železnica (1999).
Fra le numerose pubblicazioni da lui curate, ricordiamo in particolare il volume Valli del Natisone – Nediške doline, importante monografia sui vari aspetti storici e culturali delle Valli del Natisone (2000).
È inoltre appena uscito in volume postumo il lungo racconto storico Olga Klevdarjova, precedentemente pubblicato a puntate sul «Novi Matajur», tra il 1994 e il 1996.
Con lo pseudonimo Mjuta Povasnica scrisse e adattò racconti e favole tradizionali per bambini, sia in dialetto sloveno che in italiano. Tra questi ricordiamo l’albo illustrato Jubiza e Arpit (pubblicato nel 1995 in italiano, sloveno standard, sloveno dialettale, friulano e friulano occidentale); le due antologie dialettali Sonce sieje (1996 e 1998); Le tre anatrine (2001); la raccolta Lo scrigno delle storie / Pravce iz Benečije (2001).
In campo artistico realizzò opere pittoriche e grafiche, presenti in diverse collezioni pubbliche e private; le sue numerose fotografie e i suoi filmati (attualmente in fase di digitalizzazione e catalogazione) rappresentano un importante corpus archivistico che documenta la vita sociale e le attività culturali degli ultimi decenni del Novecento nelle Valli del Natisone.

 

BIBLIOGRAFIA DI PAOLO PETRICIG (incompleta) 

BIBLIOGRAFIA(PDF)

Skip to content